Il filosofo di campagna, Vienna, Ghelen, [1759]

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Luogo campestre con casa rustica di Nardo.
 
 RINALDO e LENA
 
 RINALDO
 Ninfa gentile, al vostro cor son grato.
 In braccio al mio contento
 per voi andrò. (In atto di partire)
 LENA
                              Fermatevi un momento.
 Se grato esser volete,
730qualche cosa potete
 fare ancora per me.
 RINALDO
                                       Che non farei
 per chi fu sì pietosa a’ desir miei?
 LENA
 Son contadina è vero.
 Ma ho massime civili e buona dote;
735son di Nardo nipote,
 maritarmi vorrei con civiltà.
 Da voi, che siete un cavalier compito,
 secondo il genio mio spero un marito.
 RINALDO
 Ritrovarsi potrà.
 LENA
                                 Ma fate presto;
740se tropo in casa io resto
 col zio, che poco pensa alla nipote,
 perdo e consumo invan la miglior dote.
 
    Ogn’anno passa un anno;
 l’età non torna più,
745passar la gioventù
 io non vorrei così.
 Ci penso notte e dì.
 
    Vorrei un giovinetto
 civile, graziosetto,
750che non dicesse no
 ma che dicesse sì. (Entra nella casa suddetta)
 
 SCENA II
 
 RINALDO solo
 
 RINALDO
 Di Nardo nell’albergo,
 che fu già mio rival, ci porta il fato
 ma Nardo ho ritrovato
755meco condiscendente e non pavento
 ed ho cor d’incontrare ogni cimento.
 
    No che non voglio offendere
 con barbaro sospetto
 dell’adorato oggetto
760la bella fedeltà.
 
    Anzi lo vuo’ diffendere
 da ognun che fatto audace
 a me rapir la pace,
 a me l’onor vorrà. (Parte)
 
 SCENA III
 
 DON TRITEMIO e poi LENA
 
 DON TRITEMIO
765Figlia figlia sgraziata
 dove sei? Non ti trovo. Ah se Rinaldo
 mi capita alle mani,
 lo vuo’ sbranar, come fa l’orso i cani.
 LENA
 Signor, che cosa avete
770che sulle furie siete?
 Fin là dentro ho sentito
 che siete malamente inviperito.
 DON TRITEMIO
 Ah! Son assassinato!
 M’han la figlia involato,
775non la trovo, non so dov’ella sia.
 LENA
 E non vi è altro?
 DON TRITEMIO
                                 Una minchioneria.
 LENA
 Eugenia vostra figlia
 è in sicuro, signor, ve lo prometto,
 è collo sposo suo nel nostro tetto.
 DON TRITEMIO
780Là dentro?
 LENA
                       Signorsì.
 DON TRITEMIO
 Collo sposo?
 LENA
                          Con lui.
 DON TRITEMIO
                                           Ma Nardo dunque...
 LENA
 Nardo mio zio l’ha a caro,
 per ordin suo vuo a prender il notaro. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 DON TRITEMIO, poi NARDO
 
 DON TRITEMIO
 Oh questa sì che è bella!
785Nardo, a cui l’ho promessa,
 me l’ha fatta involar? Per qual ragione?
 Sì sì, l’ha fatta da politicone.
 Eugenia non voleva...
 Rinaldo pretendeva...
790Ei l’ha menata via.
 Anche questa sarà filosofia.
 NARDO
 Io crepo dalle risa.
 Oh che caso ridicolo e giocondo!
 Oh che gabbia di pazzi è questo mondo!
 DON TRITEMIO
795(Eccolo qui l’amico).
 NARDO
                                        (Ecco il buon padre).
 DON TRITEMIO
 Galantuomo, che fa la figlia mia?
 NARDO
 Bene, ai comandi di vossignoria.
 DON TRITEMIO
 Rapirmela mi pare
 una bella insolenza.
 NARDO
800La cosa è fatta e vi vorrà pazienza.
 DON TRITEMIO
 E lei, quella sfacciata,
 cosa dice di me?
 NARDO
                                 Non dice niente.
 DON TRITEMIO
 Non teme il padre?
 NARDO
                                      Non l’ha neanco in mente.
 DON TRITEMIO
 Basta, chi ha fatto il male
805farà la penitenza.
 Dote non ne darò certo, certissimo.
 NARDO
 Sì sì, fate benissimo.
 Stimo que’ genitori,
 che profittan dei figli anco gli errori.
 DON TRITEMIO
810Dov’è? La vuo’ veder.
 NARDO
                                          Per ora no.
 DON TRITEMIO
 Eh lasciatemi andar...
 NARDO
                                           Ma non si può.
 DON TRITEMIO
 La volete tener sempre serrata?
 NARDO
 Sì, fino ch’è sposata.
 DON TRITEMIO
 Questa è una mal’azzion che voi mi fate.
 NARDO
815No, caro amico, non vi riscaldate.
 DON TRITEMIO
 Mi riscaldo, perché
 si poteva con me meglio trattare.
 Se l’aveva promessa,
 lo sposo aveva le ragioni sue.
 NARDO
820I sposi erano due,
 v’erano dei contrasti, onde per questo
 quel che aveva più amor fatto ha più presto.
 DON TRITEMIO
 Io l’ho promessa a voi.
 NARDO
 Ma lei voleva il suo Rinaldo amato.
 DON TRITEMIO
825Ma questo...
 NARDO
                          Or su, quello ch’è stato è stato.
 DON TRITEMIO
 È ver; non vuo’ impazzire;
 l’ho trovata alla fine e ciò mi basta.
 Doppo il fatto si loda.
 Chi l’ha avuta l’ha avuta e se la goda.
 
 SCENA V
 
 NARDO, poi LESBINA
 
 NARDO
830Nato son contadino,
 non ho studiato niente;
 ma però colla mente
 talor filosofando a discrezione
 trovo di molte cose la ragione
835e vedo chiaramente
 che interesse, superbia, invidia e amore
 hanno la fonte lor nel nostro core.
 LESBINA
 Ma cappari! Si vede,
 affé, che mi volete poco bene.
840Nel giardino v’aspetto e non si viene.
 NARDO
 Un affar di premura
 m’ha trattenuto un poco,
 concludiam, se volete, in questo loco.
 LESBINA
 Il notaro dov’è?
 NARDO
                                Là dentro. Ei scrive
845il solito contratto
 e si faranno i due sponsali a un tratto.
 LESBINA
 Ma s’Eugenia fuggì...
 NARDO
                                         Fu ritrovata.
 Là dentro è ricovrata
 e si fa con Rinaldo l’istrumento.
 LESBINA
850Don Tritemio che dice?
 NARDO
                                              Egli è contento.
 LESBINA
 Dunque, quando è così, facciamo presto.
 Andiam caro sposino.
 NARDO
 Aspettate, Lesbina, anche un pochino.
 LESBINA
 (Non vorrei che venisse...)
 NARDO
                                                   A me badate,
855prima che mia voi siate,
 a voi vuo’ render note
 alcune condizion sopra la dote.
 LESBINA
 Ho inteso il genio vostro.
 Non vi sarà pericolo
860che vi voglia spiacer neanche d’un piccolo.
 NARDO
 Quando è così mia cara
 porgetemi la mano.
 LESBINA
                                       Eccola pronta.
 NARDO
 Del nostro matrimonio
 invochiamo Cupido in testimonio.
 LESBINA
 
865   Lieti canori augelli
 che tenerelli amate,
 deh testimon voi siate
 del mio sincero amor.
 
 NARDO
 
    Alberi, piante e fiori
870i vostri ascosi ardori
 insegnino a due sposi
 il naturale amor.
 
 LESBINA
 
    Par che l’augel risponda:
 «Ama la sposa ognor».
 
 NARDO
 
875   Dice la terra e l’onda:
 «Ama lo sposo ancor».
 
 LESBINA
 
    La rondinella
 vezzosa e bella
 solo il compagno
880cercando va.
 
 NARDO
 
    L’olmo e la vite,
 due piante unite
 ai sposi insegnano
 la fedeltà.
 
 LESBINA
 
885   Io son la rondinella
 ed il rondon tu sei.
 
 NARDO
 
 Tu sei la vite bella,
 io l’olmo esser vorrei.
 
 LESBINA
 
    Rondone fido
890nel caro nido
 vieni, t’aspetto.
 
 NARDO
 
 Prendimi stretto
 vite amorosa,
 diletta sposa.
 
 A DUE
 
895   Soave amore,
 felice ardore,
 alma del mondo,
 vita del cor.
 
    No, non si trova,
900no, non si prova
 più bella pace,
 più caro ardor. (Partono ed entrano nella casa)
 
 SCENA VI
 
 DON TRITEMIO
 
 DON TRITEMIO
 Diamine! Che ho sentito?
 Di Lesbina il marito
905pare che Nardo sia.
 Che la filosofia
 colle ragioni sue
 accordasse ad un uom sposarne due?
 Quel che pensar non so.
910All’uscio picchierò. Verranno fuori;
 scoprirò i tradimenti e i traditori.
 
 SCENA VII
 
 LENA e detto
 
 LENA
 Chi è qui?
 DON TRITEMIO
                       Ditemi presto,
 cosa si fa là dentro?
 LENA
 Finito è l’istromento;
915si fan due matrimoni.
 Tra gli altri testimoni,
 che sono cinque o sei,
 se commanda venir, sarà anco lei.
 DON TRITEMIO
 Questi sposi quai son?
 LENA
                                            La vostra figlia
920col cavalier Rinaldo.
 DON TRITEMIO
 Cospetto! Mi vien caldo.
 LENA
 E l’altro, padron mio,
 è la vostra Lesbina con mio zio.
 DON TRITEMIO
 Come? Lesbina? Ohimè! No non lo credo.
 LENA
925Eccoli tutti tre.
 DON TRITEMIO
                              Ahi! Cosa vedo?
 RINALDO
 
    Ah mio signor perdono.
 Suocero per pietà.
 
 LESBINA
 
    Sposa, signor, io sono.
 
 NARDO
 
 Quest’è la verità.
 
 DON TRITEMIO
 
930   Perfidi, scelerati.
 Vi siete accomodati?
 Senza la figlia mesto,
 senza la sposa resto.
 Che bella carità!
 
 LENA
 
935   Quando di star vi preme
 con una sposa insieme,
 ecco, per voi son qua.
 
 DON TRITEMIO
 
    Per far dispetto a lei,
 per disperar colei,
940Lena mi sposerà.
 
 TUTTI
 
    Sia per diletto,
 sia per dispetto,
 amore al core
 piacer darà.
 
 
 Fine